Scarpaccia,
DOV’È SCARPACCIAAA???
Parafrasando la frase del noto comico romano Cirilli, “Tatianaaa, chi è Tatianaaa?” ho dato il titolo a questo articolo di blog dove cercherò di spiegarti il luogo dove sono nato, dove lavoro e dove spero di passare tutto il resto della mia vita.
Scarpaccia è una piccola frazione, poche anime nel comune di Pratovecchio Stia in provincia di Arezzo, il comune più a nord della valle del Casentino a confine con la Romagna con la quale condivide il Parco Nazionale delle foreste Casentinesi e Campigna. A Pratovecchio è difatti ubicata la sede del parco. Nell’apice del parco, sul monte Falterona nasce l’Arno, fiume che attraversa e rende preziosa tutta l’intera vallata.
Scarpaccia è situata a 700 metri s.l.m. e dista pochi km dal passo della Consuma che divide le provincie di Arezzo, quella di nostra appartenenza, da quella di Firenze.
Credo di non essere nato casualmente in Casentino, ma perché lo considero il posto più bello del mondo, così come lo sono i suoi abitanti, gente schietta, laboriosi ed altruisti.
Se mi affaccio al balcone di casa è impossibile non pensare di vivere all’interno di una cartolina, dove luoghi sacri e storici si intrecciano e si rincorrono all’interno di foreste secolari.
Sullo sfondo, proprio di fronte a me, si eleva il sacro eremo della Verna dove san Francesco passò parte della sua vita e dove ricevette le stigmate, sulla mia sinistra vedo la località di Camaldoli e del suo relativo eremo, località resa famosa anche da memorabili foreste che ben si addicono con il silenzio e la meditazione dei frati.
Ed ancora la mia è la terra dei castelli: quello di Poppi svetta imperioso al centro della valle e in particolari periodi dell’anno ti regala emozioni profonde emergendo da un mare di nebbia, ai suoi piedi la piana di Campaldino resa famosa dalla storica battaglia avvenuta l’11 giugno 1289 tra guelfi fiorentini e ghibellini aretini, alla quale partecipò anche Dante Alighieri.
Il castello di Porciano invece è situato proprio sopra l’abitato di Stia ed è una terrazza panoramica sull’intera vallata. Osservare il Casentino da lì, toglie il fiato.
Poi dalla mia finestra, semplicemente allungando la mano, ho la percezione di poter toccare il castello di Romena situato a poche centinaia di metri da me. Ai suoi piedi una Pieve romanica del XII secolo dalla bellezza ineguagliabile edificata a suo tempo sopra una chiesa etrusca. Tra la pieve in basso ed il castello in alto si trova fonte Branda, citata in un passo dell’inferno della divina commedia, nel quale Dante Alighieri racconta la storia di Adamo che per aver falsato fiorini, la moneta dell’epoca, fu ucciso a sassate in una località che oggi prende il nome di Omomorto (da uomo morto). L’usanza dell’epoca voleva che le persone che passavano di li lanciassero un sasso e così negli anni si è formata una grande macia (cumulo) di sassi.
“Li ruscelletti che dei verdi colli dal Casentino discendon giuso in Arno … ivi è Romena là dov’io falsai la lega sugellata del Battista” . Canto xxx inferno.
Scarpaccia è tutto questo, un luogo magico pieno di storia immerso in una natura incontaminata. Qui dove l’aria è fresca, alimentata da un leggero vento di tramontana, qui dove il freddo non è mai così pungente come sul fondo della valle, qui dove a beneficiare di tutto questo non sono solo le persone ma anche i salumi.
E si, nella realizzazione dei salumi l’ingrediente aria riveste un ruolo importante, potremmo dire che per tutto il resto c’è Master Card, ma riguardo alla prima o ce l’hai o non la puoi comprare. E noi per fortuna l’aria buona ce l’abbiamo.